Ore roventi sul web, il Frosinone Rally Show dopo aver subito settimane fa delle critiche dagli stessi piloti e appassionati, sembrava esser riuscito a “imporre” il proprio progetto, trasformando diffidenza in curiosità, fino ad ottenere consensi importanti. Questi si sarebbero dovuti concretizzare con l’ufficialità dell’elenco iscritti della manifestazione ciociara, ma per il momento ancora nessun nome se non qualche anticipazione di spessore sui giornali locali.
Tempi tecnici che rallentano le procedure d’organizzazione, che in questo evento dovrà essere impeccabile come non mai. Si corre in città, di certo non piccola, si corre a Frosinone, lo si fa in un percorso inedito e creato dal nulla. In genere la prima certezza di una gara è proprio il percorso, in quanto si sceglie tra strade esistenti, mentre al Frosinone Rally Show si son dovuti inventare perfino la “strada”. A parte questo, come anticipato, l’evento dopo una iniziale diffidenza ha ottenuto numerosi consensi raggiungendo anche elevati standard di popolarità. Popolarità che tra l’altro vuol dire interesse da parte dei media, “se il prodotto fa parlare è bene parlarne”.
Il successo però non è sempre rose e fiori, ecco perché dalla presentazione su larga scala la manifestazione ne è uscita fortemente criticata e messa in discussione. L’opinione pubblica, soprattutto locale, non interessata e poco informata ha rinnegato la bontà di un evento simile, deviando il discorso su questioni politiche e ambientali. Le auto inquinano peggiorando il già critico livello di pm10 nell’aria, troppo inquinamento acustico “da rombo di motori”, soldi buttati dal comune e dal sindaco, disagio ai residenti e ai commercianti, insomma una serie di ragioni, solite degli “opinionisti da social”, che delineerebbero l’inutilità di una manifestazione rallistica come quella in oggetto. Purtroppo la cultura dei motori e nel caso specifico dei rally, non ha, ad esempio, i consensi di quella calcistica. Se Domenica fosse stata vietata la circolazione a tutti perché il Frosinone Calcio avrebbe dovuto sfilare festeggiando la Seria A, siamo sicuri che il “partito dei ribelli” avrebbe contato ben più poche unità. Ma dopotutto in una nazione di pallonari e “cazzari” questo bisogna aspettarselo. Ciò non vuole disprezzare la passione di nessuno, ancor meno sminuire uno sport in favore di un altro.
Di negativo c’è ben altro, c’è che l’opinione pubblica debba essere sempre manipolata attraverso un’informazione che non può definirsi tale, volta a creare caos e disinformazione, puntando sul sempre più forte malcontento dei cittadini, i cui problemi aumentano ogni giorno. Per cui trovare un capro espiatorio è la cosa più semplice. In alcuni dei quotidiani del frusinate si leggono solo polemiche e complotti mediatici contro la manifestazione, non si cerca affatto di spiegare come si svolgerà e quali saranno le novità, i pregi e difetti di essa. Insomma si cerca il titolone fuorviante e polemico, poi l’opinione pubblica fa il resto. Addirittura sulle pagine web di “lanotiziah24” si è cercato, come già accaduto in passato per altre questioni, di strumentalizzare il fattore pericolo. Dopotutto dei rally sulle reti nazionali si parla solo quando muore qualcuno. Infatti il giornale di cui sopra ha pubblicato un articolo utilizzando una foto del tragico incidente mortale di Francesco e Vittorio, due appassionati morti circa due anni fa per un incidente. Insomma una grave offesa per i due poveri ragazzi e per lo sport in questione oltre ad essere una foto totalmente inappropriata per presentare una gara rallistica, o meglio la presa di posizione dell’ACI di Frosinone. L’aggravante è che oggi in rete è possibile trovare milioni di foto di qualsiasi sport. La scusa delle foto di repertorio non regge più.
Oltre il danno la beffa
Ben più grave è stato il comportamento vile e codardo dell’ACI di Frosinone. Ossia l’ente pubblico con finalità istituzionali preposto anche alla promozione di eventi motoristici (si ricordi la CSAI). In più è l’ente designato per rilasciare le costose licenze che abilitano i possessori a svolgere attività sportiva automobilistica. Perché comportamento vile e codardo? Perché di fronte all’ondata di critiche alla manifestazione di gran parte dell’opinione pubblica, l’ACI di Frosinone come fece un paio di millenni fa Ponzio Pilato, se n’è lavata le mani, accusando l’organizzatore dell’evento di non aver interpellato l’ente sia in fase di progetto che di realizzazione della manifestazione. Nulla di male, nel caso sia vero, perché negli ultimi anni le istituzioni si stanno riempiendo di personaggi sempre meno capaci e preposti al solo “riscaldamento” della propria poltrona, ragion per cui realizzare qualcosa di concreto con chi la concretezza manco la conosce risulta essere molto difficile. Come dire: “Meglio a perderli che a trovarli”. Semmai l’ACI, in generale, dovrebbe trarre giovamento da chi promuove manifestazioni nel nome della CSAI, almeno i rappresentanti saprebbero di cosa vantarsi. Invece oggi siamo di fronte a un paradosso, come se un soldato romano tradisse la propria legione.
Alfonso De Pierro